Il Manifesto della Giustizia Complementare alla Giurisdizione del Tavolo tecnico del Ministero della giustizia.
Il Manifesto della Giustizia Complementare alla Giurisdizione è il frutto del lavoro del gruppo di esperti che operano all’interno del Tavolo sulle procedure stragiudiziali in materia civile e commerciale istituito presso il Ministero della Giustizia. Al Manifesto hanno aderito oltre cento tra professori universitari e alti magistrati oltre al plenum del CNF.
Nella situazione di grave emergenza nella quale versa il nostro Paese, la politica della giustizia non può fare a meno di considerare che c’è un modo per affrontare alcuni gravissimi problemi che coinvolgono tutti, cittadini, imprese, associazioni, pubblica amministrazione, nell’inevitabile rallentamento dell’operatività del sistema giustizia.
Il modo è quello di confidare nella funzione alta della strada complementare alla giurisdizione. Negoziazione e mediazione, pratiche ormai note al nostro ordinamento e ai professionisti del conflitto, da tempo oggetto di incentivi anche a livello europeo, sono la sponda di soccorso e assistenza di tutti quei cittadini e di quelle imprese che hanno bisogno di trovare una soluzione celere per la gestione dei loro conflitti che, se già pendenti presso i giudici del Paese vedranno rinviarne necessariamente l’esito, se ancora non azionati rimarranno senza risposta per lungo tempo.
La negoziazione e la mediazione possono oggi più che mai offrire l’opportunità di una soluzione tempestiva e conveniente per entrambe le parti della lite. La rinegoziazione di un contratto in condizioni di eccessiva onerosità sopravvenuta o per il sopravvenire di una causa di risoluzione, le controversie di qualsiasi tipo e natura da cui dipendeva la prestazione di una somma di denaro, i rapporti in crisi di natura societaria e commerciale in genere la cui soluzione sarebbe stata decisiva per la riorganizzazione dell’impresa, le relazioni critiche fra la banca e i suoi clienti che richiedono una cura particolare delle possibili condizioni di risanamento, le pretese verso la pubblica amministrazione da parte di cittadini e imprese in attesa di risposta, sono solo una minima parte delle situazioni che, in mancanza di un intervento dedicato e congruo, renderanno la giustizia di questo Paese gravemente insostenibile.
Occorre prendere atto che in un momento come quello che stiamo attraversando abbiamo a disposizione mezzi potenti per la gestione efficiente del cambiamento.
Si può chiedere
– agli Avvocati di lavorare con convinzione e massimo impegno, considerata la mole del contenzioso, nelle sedi negoziali della composizione bonaria dei conflitti, nell’interesse dei cittadini e delle imprese loro clienti
– ai Giudici di concedere alle parti delle cause pendenti quello stesso tempo generato dall’inevitabile differimento delle udienze affinché trovino una soluzione secondo i loro interessi, con senso di responsabilità e spirito di collaborazione
– ai Mediatori di lavorare tanto e bene, portando la loro competente assistenza alle parti del conflitto, in via telematica fino a quando sarà necessario e in presenza appena possibile
– ai Cittadini tutti di aprirsi al dialogo esercitando la loro capacità di
esprimere il disagio, ma anche di proporre soluzioni, affidandosi ai loro
consulenti e al ruolo di chi con competenza li guida nella pacifica ricerca dell’accordo
– alle Imprese di attivarsi con fiducia e con impegno verso la soluzione delle criticità dei rapporti commerciali, di usare tutta la loro capacità strategica e di visione del futuro per affrontare in modo costruttivo le difficoltà del momento e del post emergenza
– all’Accademia di compiere uno sforzo ulteriore per offrire una formazione di alto livello adeguata all’esigenza dei professionisti del conflitto di acquisire le più qualificate competenze tecniche in mediazione e negoziazione
– alla Pubblica Amministrazione di adottare strumenti e pratiche che
realizzano la comunicazione efficace e, in particolare, la conquista di fiducia da parte del cittadino
– al Governo di ascoltare e adottare discipline, prassi e valori a beneficio dei
cittadini, dei professionisti, delle imprese, dell’azione pubblica.
L’attuale momento storico, oltre a rivoluzionare le abitudini quotidiane di ciascuno di noi, ha visto fare ampio uso della legislazione d’urgenza. La normativa emergenziale emanata in questi giorni si è occupata espressamente e per la prima volta contemporaneamente di tutti i settori del sistema Giustizia: civile, penale, amministrativa, contabile, tributaria, penitenziaria, stragiudiziale.
Sia sufficiente segnalare le misure di cui agli artt. 88 e 91 del decreto legge 18/2020 che prevedono, rispettivamente, ipotesi di risoluzione dei contratti in materia di soggiorno e acquisto di biglietti per spettacoli, musei e altri luoghi della cultura, per impossibilità sopravvenuta della prestazione, nonché l’esclusione della responsabilità del debitore in materia di ritardi o inadempimenti contrattuali derivanti dall’attuazione delle misure di contenimento.
Entrambe le misure determineranno un elevato grado di contenzioso o comporteranno una diversa gestione del contenzioso già in essere. Al fine di evitare un ulteriore rallentamento del servizio Giustizia a causa del contenzioso di natura emergenziale, è sicuramente utile e opportuno affidarne la gestione, per quanto possibile e nel rispetto della legge, alla pratica dell’autonomia privata assistita da professionisti competenti e dal mediatore dei conflitti, cioè nella sede ove è possibile il confronto costruttivo delle posizioni e degli interessi e il perseguimento di soluzioni strategiche a vantaggio di tutte le parti. In tal senso, la mediazione civile e commerciale e la negoziazione che negli ultimi anni, pur con difficoltà, hanno contribuito a migliorare la gestione delle fasi patologiche dei rapporti giuridici, nonché a ridurre il contenzioso giudiziale, possono essere strumenti di potente ausilio nell’attuale processo di regolamentazione emergenziale.
Da non sottovalutare, inoltre, l’indiscussa efficacia della mediazione come collante sociale, non solo per la riattivazione di una comunicazione interrotta fra le parti del conflitto, ma anche per la generale condivisione dei valori dell’autonomia, della consapevolezza e della responsabilità, volano di rinascita delle relazioni sociali.
La coesione sociale è l’esito tipico della mediazione, la grande sfida del nostro impegno, il presupposto della rinascita anche economica del Paese. La pratica della mediazione potrà essere l’antidoto per disinnescare l’inevitabile esacerbarsi dei conflitti in un tessuto sociale profondamente lacerato.
28 marzo 2020
Prof.ssa Paola Lucarelli (coordinatrice)
Prof. Mauro Bove
Dott.ssa Luciana Breggia
Dott.ssa Mirella Delia
Avv. Donato Di Campli
Prof. Vincenzo Di Cataldo
Prof.ssa Chiara Giovannucci Orlandi
Prof. Carlo Alberto Giusti
Prof. Avv. Marco Marinaro
Avv. Rossana Rovere
Prof. Alberto Maria Tedoldi