Riforma processo civile: spazio alla mediazione
Tra le maggiori dorsali della riforma del processo civile su cui sta lavorando il Governo Draghi, c’è la valorizzazione degli strumenti alternativi per la risoluzione delle controversie (noti come ADR – Alternative dispute resolution), essenziali per contenere il contenzioso presso gli uffici giudiziari.
A fare il punto della situazione è stata Anna Macina, sottosegretaria di Stato per la Giustizia, la quale ha in prima battuta sottolineato come siano diverse le proposte elaborate dalla Commissione Luiso in materia di mediazione civile.
Come si legge nel resoconto stenografico della seduta dello scorso 11 maggio, in primis la commissione ha proposto di incrementare e semplificare il regime degli incentivi economici e fiscali.
Ancora, si punta a mantenere la previsione che vede nella mediazione una condizione di procedibilità, ai sensi dell’art. 5, comma 1-bis, del d.lgs. n. 28/2010, nonché a confermare la mediazione in tutte le controversie attualmente ad essa soggette. Tanto premesso, si punta anche a estendere la mediazione a una serie di ulteriori contratti inquadrabili come “rapporti di durata”.
Particolarmente interessante è la possibilità che, nel procedimento di mediazione, venga consentito di svolgere un “accertamento tecnico“, ferma restando la facoltà del giudice, nel successivo giudizio, di rinnovarlo in tutto o in parte.